L’educazione e la pratica sportiva ebbero un ruolo fondamentale nel regime fascista. Nel governo mussoliniano lo sport diviene rappresentazione della potenza e dell’identità nazionale. Riprendendo l’utopia nietzschiana dell’uomo nuovo, l’uomo fascista doveva infatti sintetizzare in sé «l’inno e la battaglia, il libro e il moschetto, il pensiero e l’azione, la cultura e lo sport».
Gli italiani, imitando i vincitori delle Olimpiadi, volti atletici della Patria, accumulavano energie praticando gli esercizi fisici, così da possedere resistenza e potenza da utilizzare sia in tempo di guerra sia in tempo di pace.
Il governo fascista dedicò subito molta attenzione al settore sportivo, senza incontrare grosse resistenze, anche se, all’inizio del XX secolo, i socialisti erano contrari allo sport; infatti lo ritenevano «uno dei tanti tranelli che l’attuale sistema di governo burocratico borghese instaurò».
Marco Tavano –
Argomento difficilissimo da trattare in un’alua e con questo Powerpoint sono riuscito in questo arduo compito. Complimenti